Capo politico fiorentino. Cardatore di lana, partecipò all'invasione del
palazzo della Signoria a Firenze nel luglio 1378, durante il Tumulto dei Ciompi
(V. CIOMPO); in quella circostanza
M. di L.
venne acclamato gonfaloniere di giustizia con l'incarico di riformare il
governo. Il suo ruolo nello svolgimento degli eventi venne, tuttavia,
probabilmente esagerato, ed egli in realtà non fu il principale promotore
della rivolta. Quando il popolo grasso si staccò dai Ciompi e questi
ultimi furono costretti dalla miseria e dalla fame a radicalizzare la loro
posizione e le loro richieste,
M. di L. tradì i compagni di lotta,
probabilmente in cambio di denaro, e partecipò alla repressione della
sommossa del 1382, schierandosi dalla parte della reazione oligarchica. Sempre
nel 1382, dopo la fine della rivolta,
M. di L., che già l'anno
precedente era stato a Volterra come capitano del popolo per il Comune
fiorentino, si stabilì a Lucca, dove aprì una bottega dell'arte
della lana. La sua figura, esaltata in età romantica come quella di un
grande capopopolo, è stata molto ridimensionata dalla critica
contemporanea, che ha posto in evidenza l'ambiguità della condotta
politica di
M. di L. (Firenze 1343-1401 circa).